Proprio il turismo fluviale - Kayak, Rafting, Canyoning, Hydrospeed e pesca -, in continua crescita, ha contribuito a mantenere viva la valle ed ha supportato le attività locali. Da questo punto di vista la valle è ancora più unica, grazie alla ricchezza idrica dei bacini di raccolta che alimentano i numerosi percorsi sul corso principale del Sesia e sui vari affluenti, e questa sua particolarità si abbina all’assenza di sfruttamento idroelettrico, rendendola famosa in tutta Europa e conferendole il titolo di last paradise (speriamo non lost).
Nonostante questa sua peculiarità e importanza strategica, non sono mancati gli attacchi esterni. Nel 2002 gli sforzi congiunti di pescatori, canoisti e della comunità montana hanno permesso l’approvazione di un piano di tutela sul Sesia e sugli affluenti dell’Alta Valsesia. Questa tutela è riuscita a tenere a freno le speculazioni per un certo periodo, ma ora, nonostante l’accresciuta coscienza ambientale e la decrescita del fabbisogno energetico italiano, non si esita a minacciare nuovamente questo patrimonio incredibile, ormai una perla di cui tutta l’Italia dovrebbe andare orgogliosa.
In questo momento le aree a rischio sono tre, tutte valli laterali della Valsesia: la Val Sorba, la Valle Artogna e la Val Mastallone. Per avere il quadro completo occorre ricordare che nel 2002 il Sesia e i suoi affluenti da Varallo alle sorgenti sono stati riposti sotto tutela; questa tutela non è risultata però completa in quanto si è lasciata la possibilità ai comuni di proporre progetti, seppur soggetti alla valutazione di impatto ambientale.
Ovviamente si confidava nel fatto che le realtà comunali fossero ben a conoscenza del valore di disporre di torrenti intatti e che difficilmente avrebbero proposto progetti idroelettrici che avrebbero svalutato la loro stessa area ed il loro tesoro nascosto. Purtroppo non è sempre così, e i progetti sul Sorba e sull’Artogna sono stati proposti, non sempre alla luce del sole, dalle realtà comunali stesse.
La bellezza e il valore naturalistico di entrambe queste valli sono evidenti a chiunque abbia l’occasione di visitarle. Oltre al loro valore intrinseco inquanto ecosistemi unici, entrambi i torrenti ospitano percorsi di canoa, torrentismo ed aree di pesca che ogni anno attirano migliaia di turisti; inoltre il Sorba ha ospitato i Teva Games, gare internazionali di kayak d’alto corso, famose in tutto il mondo. Tutto questo contribuisce a rendere il valore di questi corsi d’acqua inestimabile da ogni punto di vista, anche da quello economico, per il contributo che il turismo apporta ai vari esercizi commerciali e centri ricettivi della Valle.
Per la Val Mastallone la situazione è in parte diversa: nel 2013 è stato rimosso il piano di tutela delle acque e questo ha aperto la strada, o l’ha facilitata, per tutti gli imprenditori che volessero presentare progetti, riducendo anche le tutele (ad esempio, quella sul deflusso minimo vitale del fiume). La valle e i suoi affluenti sono ora minacciati da 19 progetti per la costruzione di centraline. Anche il torrente Mastallone è rinomato per la pesca e la canoa: basti pensare che solo attraverso le quote pagate dai pescatori per le licenze di pesca si incassano ogni anno cifre superiori ai 100.000 €.
Per anni l’idroelettrico è stato proposto come metodo di produzione di energia pulita, ecosostenibile, ma molti studi stanno riscoprendo che non è così: le centrali hanno impatti ambientali talvolta molto gravi. È importante evidenziare come, a livello mondiale, ci sia stata un’inversione nella valutazione degli impatti dei progetti idroelettrici. Si è provato che i bacini portano alla riduzione della biodiversità, al dissesto idrogeologico e che la decomposizione della flora sommersa nei bacini porta all’emissione di gas clima-alteranti. Negli USA molte dighe vengono smantellate ogni anno, proprio per ripristinare la naturalezza dei corsi d’acqua e di intere porzioni di territorio.
Questo non significa demonizzare l’energia idroelettrica, ma prendere coscienza dei danni che questa può causare, al pari di altri impianti classicamente additati come inquinanti. È perciò necessario scegliere con estremo raziocinio quando i benefici superino i danni. In particolare una valle come la Valsesia, giudicata meritevole di una tutela importante, avrebbe diritto a essere risparmiata, anzi conservata e valorizzata, per poter lasciare alle nuove generazioni la possibilità di innamorarsi della natura, così come ce ne siamo innamorati noi.
Una foto durante una manifestazione contro le dighe sul Sesia ritraeva una bambina con un cartello che recitava “Vogliamo il fiume vivo anche da grandi”. Tanto più se questo fiume è fonte di una gran parte del reddito e del turismo di una valle intera.
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