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Fortunatamente sono arrivate altre specialità quali rafting, hydrospeed e canyoning che hanno permesso una diffusione maggiore degli sport fluviali grazie alle minori barriere d’accesso iniziali, ma il problema rimane.

Proviamo insieme a cercare di capire quali sono le ragioni che rendono così difficile avvicinarsi a quello che invece, secondo noi, è lo sport più bello del mondo!

Perché è così difficile iniziare?

Ci sono sicuramente diversi motivi che rendono l’accesso alla canoa abbastanza complicato, inibendo l’intrapresa di questo sport da parte della massa degli sportivi:

- l'attrezzatura necessaria è composta da numerosi elementi (kayak, pagaia, giacca d’acqua, muta, paraspruzzi, lycra) e comporta un investimento iniziale non insignificante;
- il trasporto del materiali è difficoltoso e preclude le possibilità ai più giovani senza auto (se non accompagnati);
- le condizioni meteorologiche possono essere un forte disincentivo;
- l'uscita dal fiume sono spesso faticosi.

Una vita comoda

Un'altra ragione è legata, invece, alle abitudini della maggior parte delle persone, che sin dall’infanzia viene normalmente abituata alle comodità di una vita facile e senza rischi.
La difficoltà oggettiva delle manovre in canoa, lontane dagli schemi motori abituali e connesse ai gesti sportivi ed alle attività pratiche più comuni, oltre alla necessità di disporre di un elevato equilibrio ed adattamento alle condizioni mutevoli di una situazione in continuo movimento, costituiscono indubbiamente un altro ostacolo importante alla diffusione del nostro sport.
In parole più semplici, in canoa appena sbagli “vai a bagno” (per i non addetti: ti ribalti e sei costretto ad uscire da kayak e nuotare - magari nell’acqua gelida - un poco, mentre qualche anima pia ti recupera il materiale).
Insomma: fatica e freddo a farti compagnia a tutto svantaggio della simpatia per questa situazione.

I media

Parliamo ora dell’effetto dei media, della pubblicità e degli status symbol: quanto spesso vi è capitato di sentir parlare di canoa? Soprattutto in Italia, in televisione si parla tantissimo di calcio, un pò di formula 1, un pò di moto/tennis/sci/ciclismo, e poi via via degli altri sport minori; i campioni di questi sport, famosi e strapagati, diventano i modelli da seguire.

Chi non ha mai sentito parlare di Cristiano Ronaldo? Francesco Totti? Schumacher? Michael Jordan? Valentino Rossi? Della canoa invece non si parla mai; solo un pochino quando vinciamo una medaglia d’oro alle olimpiadi (già due volte!). Gli alletti che decidono di dedicarsi a questo sport devono essere mossi da una passione veramente forte, e anche questa spesso non è sufficiente a farne un "lavoro".

Le istituzioni

Una conseguenza logica diventa che se in Italia se vuoi costruire uno stadio di calcio puoi avere di tutto: ottenere approvazioni lampo, glissare su vincoli idrogeologici, costruire case e cementificare come se non ci fosse un domani: molto spesso non solo non sarai ostacolato, ma addirittura aiutato.
Se invece malauguratamente ti venisse in mente di voler costruire un campo slalom per la canoa (tirare qualche cavetto d’acciaio su di un canale o di un fiume per appendere delle paline di plastica tra le quali allenarti) o uno sport da rodeo (un’onda artificiale dove fare freestyle) sarai ostacolato in tutti i modi finché non farai nulla o farai qualcosa di abusivo.

Nessuna struttura, poco pubblico, assenza di audience: così lo sport non decolla, i giovani non si avvicinano e quindi rimaniamo nel ghetto.

E allora... chi ce lo fa fare?

Nonostante tutte le avversità, chi si avvicina al mondo del kayak finisce per trovarlo lo sport più bello del mondo. Per sapere il perché… vi toccherà aspettare il prossimo articolo, ma intanto siamo curiosi della tua opinione! Cosa ti fa amare la canoa? Lascia un commento.

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