Blog sport fluviali
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Cari amici,
come molti di voi sapranno, da diversi anni una delle attività a cui abbiamo dedicato maggiori energie è l’organizzazione di iniziative volte ad avvicinare gli studenti delle scuole medie superiori alla realtà fluviale.
Il primo appuntamento della stagione 2016 sarà un corso di aggiornamento rafting rivolto ai docenti delle scuole medie superiori di tutta Italia, organizzato in collaborazione con l’ Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e la Federazione Italiana Rafting.
La bellissima Valsesia, in provincia di Vercelli, prende forma dalle pendici del Monte Rosa ed è solcata dal fiume Sesia, affluente di sinistra del grande fiume Padano. In particolare l’Alta Valsesia, situata a monte di Varallo Sesia, è rinomata per le sue bellezze paesaggistiche e per gli sport outdoor. Turisti di ogni tipo possono infatti trovare pane per i loro denti: dalle SPA dotate di ogni tipo di relax ai percorsi di Trekking & orienteering, dall’arrampicata alla mountain bike, per non parlare delle attività invernali: il comprensorio Monterosa Paradise per lo sci, le ciaspolate, l’alpinismo in alta quota, lo sci fuoripista e lo scialpinismo. Ed infine, last but not least, il turismo fluviale.
Liberamente tratto da un post di Crab Apple
Come probabilmente avrai intuito, qui al Monrosa Team amiamo tantissimo il Rafting. Ma se non hai mai provato questa splendida attività, non hai idea di quanto divertimento comporti! Per aiutarti a capirlo, abbiamo pensato di creare una lista dei motivi per cui ci piace così tanto. Ecco
“Qual è il tuo vero lavoro?”. Questa è una domanda abbastanza divertente che è stata fatta a quasi ogni guida Rafting. Mentre lavoravo in Svizzera, questa domanda mi è stata chiesta quotidianamente. Immagino sia strano per gli svizzeri che qualcuno possa passare la sua vita guidando persone giù per i fiumi più belli del mondo. Quindi, cosa fa davvero una guida rafting?
Cari amici,
Dopo L’eskimo: perché è importante e quando andrebbe imparato e La didattica dell’eskimo: esercizi senza pagaia ecco il terzo e ultimo articolo del nostro special focus sulla manovra dell’eskimo.
Cari amici,
Dopo "L’eskimo: perché è importante e quando andrebbe imparato", ecco il secondo articolo del nostro special focus sulla manovra dell’eskimo.
Nelle prossime righe, proveremo a proporre un possibile percorso di apprendimento assumendo che l’allievo non abbia mai provato l’eskimo. Questa si tratta più che altro di una situazione ideale: spesso nella pratica l’allievo ha già eseguito dei tentativi di eskimo e probabilmente immagazzinato degli schemi motori che andranno corretti o migliorati. La questione della correzione degli errori sarà affrontata in seguito.
Cari amici,
abbiamo deciso di inaugurare l’edizione “invernale” di questo blog con un focus sulla manovra dell’eskimo.
Per iniziare, in questo primo post cercheremo di capire l’importanza dell’eskimo e la sua collocazione nel percorso di apprendimento di un canoista. Buona lettura!
L’eskimo: perché è importante e quando andrebbe imparato
L’eskimo è una delle manovre più importanti di tutta la tecnica del Kayak in quanto, se eseguito correttamente, permette di raddrizzare rapidamente il kayak evitando così tutti gli inconvenienti e i rischi insiti in un bagno, quali sprechi di energie, possibili infortuni, perdita di materiale. Negli anni passati, l’eskimo era visto – e da alcuni lo è ancora - come una manovra ostica da apprendere e da eseguire, ma con lo sviluppo dei nuovi kayak e con l’evoluzione e il perfezionamento della tecnica si è affermato sempre di più come un fondamentale imprescindibile per canoisti di ogni livello, e non più come una manovra riservata a pochi eletti.
Nel percorso formativo di un canoista, l’apprendimento dell’eskimo è uno step fondamentale per diversi motivi:
Liberamente tratto da un articolo di Kaydi Pyette pubblicato su Rapidmedia.
Da un articolo di Kaydi Pyette, ecco sette motivi per cui pagaiare ti rende una persona migliore:
1. Sarai più felice
Trascorrere del tempo nella natura ci fa sentire più vivi - e questa è una buona cosa. Numerosi studi hanno collegato l'esposizione alla natura con un incremento di energia e un accresciuto senso di benessere. "La natura è carburante per l'anima" - riferisce il professore di psicologia dell'Università di Rochester, Richard Ryan - "Spesso quando ci sentiamo esausti andiamo in cerca di una tazza di caffè, ma la ricerca suggerisce che un modo migliore per ritrovare energia è il contatto con la natura."
Un racconto di Daniel Jenny sulla Post Trip Depression, tratto dal numero di luglio 1995 di Canoe & Kayak.
"Il mio naso infreddolito mi sveglia come tutti i giorni. Il fuoco è quasi spento e comincio a sentire freddo. L’unico posticino caldo è quello in cui si era rannicchiato la mia cagnolina Molly, proprio accanto a me. Rigirandomi tra le lenzuola, prendo un paio di tronchi e li getto nel fuoco. Il fuoco crepita, le scintille ondeggiano, lentamente una fiamma si riaccende. Lascio il coperchio sulla pentola che è poggiata in cima al fuoco. E’ un miscuglio di fagioli, pancetta, cipolle e basilico. Ha cotto tutta la notte e ormai è quasi pronto. Avvicino la pentola al fuoco. La colazione allontanerà il freddo del mattino e mi darà le energie per un’altra intensa giornata a pagaiare duro. L’alba sta morendo. Molly si alza, si stiracchia, il suo naso che annusa il profumo di abete intorno alla tenda…."
Liberamente tradotto da un articolo di Heather Herbeck per Paddle Education
“Come istruttore ho sentito molte volte il mio ragazzo/ragazza mi ha insegnato come pagaiare, e...
A. Ora sono davvero, davvero spaventato/a di andare in kayak ora
B. Mi ha spinto troppo in là e troppo presto per il mio livello
C. Non ha idea di come insegnare per aiutarmi a capire meglio
D. Ci siamo lasciati
Ho imparato come andare in fiume da mio marito, Nate, e suo padre (non avevo idea che questo sport esistesse prima di vedere loro due in fiume). Imparare a pagaiare da loro ha avuto un risultato opposto alla maggior parte di quelli che ho ascoltato.
Liberamente tratto da 5 things I have learned from kayaking with my daughter, di Bobby Miller – pubblicato su Canoe & Kayak Magazine
“Vado in Kayak con mia figlia di tre anni, Sahalie, sin da quando lei aveva un anno e non c'era gioia più grande di condividere il fiume con lei. Dal momento in cui è nata ho sperato che avrebbe voluto farmi compagnia sul fiume. Ero così contento quando abbiamo cominciato a fare escursioni in fiume insieme, e sono ancora più eccitato del fatto che col passare del tempo lei sembra amarle sempre più. Qui trovate qualche lezione che ho imparato dalle mie gite con lei.
Come molti di voi sanno questo venerdì 22 maggio si è tenuta presso il nostro centro la IX edizione del Campionato Interprovinciale Studentesco di Rafting Sesia Rafting Games – Memorial Paolo Ferraris, organizzata dal Centro Canoa e Rafting Monrosa in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e la Federazione Italiana Rafting. La competizione era rivolta a studenti delle scuole medie superiori di tutta Italia.
“Il contatto con il suolo riequilibra il tuo potenziale elettrico corporeo con quello della Terra; questo comporta una sincronizzazione del tuo orologio biologico, dei cicli ormonali e ritmi fisiologici, pervadendo il tuo corpo di energia rigeneratrice grazie agli elettroni liberi abbondantemente presenti sulla superficie della Terra”.
Sei una Guida straniera e vuoi lavorare in Italia?
La Federazione Italiana Rafting prevede diverse forme di riconoscimento dei brevetti conseguiti all’estero e dell’esperienza professionale di Guide Rafting straniere desiderose di lavorare in Italia.
Per poter richiedere il riconoscimento da parte della F.I.Raft, è necessario possedere:
- Un brevetto conseguito all’estero. La F.I.Raft riconosce i brevetti rilasciati da Federazioni o Associazioni straniere aderenti ai rispettivi Comitati Olimpici Nazionali, e da tutti gli altri Stati con i quali sussiste un protocollo d'intesa.
O, in alternativa
- In caso di provenienza da uno Stato in cui non è previsto il rilascio di brevetti, un'esperienza di almeno di 36 mesi su fiumi di 4° grado